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Forse non tutti sanno che a Bologna esiste lo ShowRoom Energia e Ambiente, un centro pubblico cittadino dedicato all’educazione per la transizione ecologica della città. Attivo dal 2003, è un importante progetto di sensibilizzazione ambientale finanziato dal comune. Lo ShowRoom è lo strumento che l’amministrazione comunale si è data  per aumentare la consapevolezza su come affrontare la sfida dell“impatto climatico zero” con azioni educative e formative nel mondo della scuola. Per Bologna è una necessità, perché è una delle 100 città europee selezionate dall’Unione Europea con la missione di diventare climaticamente neutre entro il 2030. Il centro è ospitato all’interno dell’Istituto Aldini-Valeriani-Sirani e, ogni anno, coinvolge più di 5000 studenti e cittadini per un apprendimento permanente sui temi: risparmio energetico, economia circolare, uso sostenibile delle risorse e delle energie rinnovabili, lotta al riscaldamento globale e immaginazione di spazi urbani sostenibili.

Abbiamo intervistato il Dr Matteo Pompili che insegna e coordina questo progetto incontrando bambini e ragazzi bolognesi da quasi 20 anni.

Redazione: Quanto è importante questo progetto?
Matteo Pompili: A mio avviso, ma anche nella visione dell’amministrazione comunale e dell’Unione Europea, il progetto è cruciale per il raggiungimento degli obiettivi che Bologna si è data. Educazione e informazione sono elementi cardine per cambiare rotta in termini ecologici. Lo ShowRoom rappresenta una rarità, Bologna è l’unica, che io sappia, tra le 100 città che partecipano alla “Missione Clima”, a essere dotata di una struttura finalizzata all’educazione ambientale permanente in chiave urbana, un’azione che  si integra bene con tutte le altre dedicate alla sostenibilità e che si svolgono sul territorio.

Redazione: Che lavoro fate con e per gli studenti.
Matteo Pompili: È un lavoro di sensibilizzazione, riflessione e informazione sui temi ambientali. Lo scopo principale è quello di riflettere sul legame tra la nostra vita quotidiana e l’ambiente che ci circonda, che nel nostro caso è la città di Bologna. Le attività coinvolgono bambini e ragazzi di tutto il ciclo scolastico, dai 6 ai 18 anni, con alcuni incontri di aggiornamento per docenti.

Redazione: Quanti sono  gli studenti che partecipano a questi incontri?
Matteo Pompili: Mediamente siamo intorno alle 200 classi l’anno. Circa 5000 studenti.

Redazione: Come reagiscono gli studenti a questi argomenti?
Matteo Pompili: Gli studenti sono molto attenti e interessati. Non tutti o non tutti allo stesso modo, come è normale e sano che sia. Ma tutti sentono il problema ambientale e sono disponibili a cambiare per migliorare la situazione.

Redazione: Anche se in misura numericamente inferiore, fate incontri con cittadini adulti. Come reagiscono?
Matteo Pompili: Il pubblico adulto ha livelli di sensibilizzazione diversi. Ci sono persone interessate e sensibili, altre molto scettiche e alcune fataliste. Un elemento che emerge con le persone adulte-anziane, quando si parla loro di tematiche ecologiche, è che l’argomento le riguarda relativamente: dicono che è un problema che devono affrontare i giovani. I rischi e i danni, secondo la loro percezione, vengono proiettati in un tempo lontano nel futuro e che quindi li riguarda poco. È evidente che questo atteggiamento, se pur comprensibile, è inadeguato. In primo luogo perché gli effetti dei problemi climatico-ambientali sono già nel presente (basta pensare agli eventi climatici estremi verificatisi nel 2022-2023) e quindi riguardano tutti. Adesso, nell’immediato.
In secondo luogo, perché c’è una responsabilità di tutti nella determinazione delle condizioni in cui lasciamo la nostra Terra a coloro che verranno dopo di noi, indipendentemente dal fatto che abbiamo figli o nipoti.

Redazione: Essere più rispettosi dell’ambiente e proteggere la nostra Terra è necessario. Ci dice qualcosa su questo argomento?
Matteo Pompili: È fondamentale lavorare sul cambio di abitudini. Vi faccio degli esempi.
1 – Rifiuti: parlare di raccolta differenziata è giusto ma ormai è il livello minimo accettabile. È importante parlarne a scuola, ma dal punto di vista del cambio comportamentale che la crisi del clima ci chiede, non aggiunge molto. Conoscere il colore giusto del cassonetto dove buttare un rifiuto non mi spiega come ridurre i rifiuti che produciamo ogni giorno, come incentivare il riuso di tutti quegli oggetti ancora funzionanti che non servono più a noi, ma a qualcun altro potrebbero essere utili. In breve, non spiega come introdurre nella nostra vita quei principi di economia circolare che sono basilari in una città che deve risparmiare energia (il riciclo, per quanto azione virtuosa, implica sempre un grande consumo di energia).
Ci deve essere un cambio di abitudini. Se ho in mano una bottiglia di plastica non devo più domandarmi “in che bidone la butto?” ma “come posso evitare di avere altre bottiglie in futuro da buttare?”.

2 – Mobilità: per quanto riguarda gli spostamenti c’è la tendenza ad affidarsi a un mezzo, in genere è l’auto, e per ogni spostamento, senza domandarsi se sia veramente il migliore. Nelle grandi città i tempi di percorrenza per distanze medio brevi – fino a 5 km – sono minori se percorsi in bicicletta o anche in bus rispetto all’auto, considerando i tempi di ricerca di parcheggio e di spostamento dal parcheggio alla destinazione.
Basta controllare con il navigatore. Attenzione: nel caso dell’auto, occorre ricordarsi di aggiungere il tempo di ricerca parcheggio, perché il navigatore non lo considera. Mentre per la bici e l’autobus il tempo indicato è più o meno reale.
Sarebbe meglio scegliere quale mezzo usare in base al percorso che dobbiamo fare, al servizio dei mezzi pubblici, alle condizioni climatiche. Invece di scegliere l’auto per abitudine.

3 – La borsa della spesa: le borse di plastica per la spesa sono state un’esperienza effimera. Il loro uso massiccio risale agli anni 80-90, prima di allora era normale portarsi da casa la borsa della spesa. Poi, in pochissimo tempo, ci siamo abituati a usare le borse usa e getta, tanto che quando  ci hanno consigliato di riprendere le vecchie abitudini, sembrava difficile da fare! Per fortuna oggi si è capito che è utile tornare alla borsa personale. Un piccolo cambiamento che fa risparmiare molta plastica.

Redazione: Dopo 20 anni di attività dello ShowRoom, ha dei riscontri di cambiamento di comportamento nelle classi, negli insegnanti e nei ragazzi?
Matteo Pompili: Sì. Se all’inizio le attività dello ShowRoom erano richieste o sentite necessarie solo dai docenti sensibili all’argomento, ormai è evidente che il tema è diventato fondamentale e imprescindibile per le scuole. Questo è molto importante: l’ambiente è entrato nel mondo dell’educazione e ciò ci spinge a ideare proposte sempre più articolate e in linea con le tendenze giovanili.

Redazione: A quanto emerge da come ci risponde, Lei è molto convinto del lavoro che fa. Le dà soddisfazioni?
Matteo Pompili. Sì, il mio lavoro mi piace. Sono contento di occuparmi di educazione e di ambiente. E di confrontarmi con i giovani per pensare a come rendere la nostra città un luogo sempre più piacevole in cui vivere.

RINGRAZIAMO IL DOTT Matteo Pompili per la disponibilità.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI
https://www.comune.bologna.it/servizi-informazioni/ShowRoom-energia-ambiente

Intervista e fotografie a cura di Ingrid Negroni